Lo iato è la vicinanza di due vocali che restano disgiunte, che cioè mantengono ciascuna il valore di nucleo e formano perciò due sillabe diverse e distinte. Le vocali che formano lo iato si dicono eterosillabiche. Si pronunciano separatamente, con due emissioni di voce, a differenza di quanto accade col dittongo.
Iato deriva dal latino hiatus, che vuol dire «separazione, distacco, apertura».
Si ha uno iato ogni volta che:
– le due vocali non sono né una i né una u: aereo, aeroporto, poeta, paese, boa, leonessa, baobab, leale, creare;
– la i o la u sono toniche (cioè accentate)¹ e l’altra vocale è a, e, o: due, via, paura, caffeina, mormorio
– la parola è formata con i prefissi ri- (come riutilizzare, riaprire), bi- e tri- (bimotore, trivalente), anti- (antiemetico). In questi casi si avverte ancora distintamente l’autonomia del primo elemento del composto.
¹anche in viale, paura, pauroso, sciare, si ha uno iato, perché si avverte la derivazione dalle forme con i e u toniche
Interessante!!!!⭐?⭐
Giuseppe, sì!! La questione è legata alla differenza tra dittongo e iato. Quando parliamo, non ci pensiamo, ma in realtà lo iato ha una pronuncia delle sillabe molto marcata, quasi non ci facciamo caso! A scuola insistono molto sul dittongo e giustamente, ma così facendo lo iato finisce in secondo piano e viene trattato in velocità. Riscoprirlo, invece, è molto interessante. Dà una bella occasione per riflettere sulla nostra lingua ❤️