In questi giorni, la nomina, per la prima volta, di una donna alla guida dell’Università La Sapienza di Roma ha sollevato la domanda: esiste il femminile di rettore? Si può dire rettrice, forma che alcuni quotidiani hanno usato e che secondo alcuni era sbagliata?

Certo, è corretto dire e scrivere rettrice. La regola della grammatica rileva infatti che i sostantivi che al maschile terminano in -tore formano, nella prevalenza dei casi, il femminile col suffisso –trice. Perciò il sostantivo femminile che corrisponde al maschile «rettore» è «rettrice».
E di nomi maschili in -tore che hanno il femminile in -trice ce ne sono molti: autore, scrittore, lettore, attore, pittore, allevatore, imperatore al femminile diventano autrice, scrittrice, lettrice, attrice, pittrice, allevatrice, imperatrice.
Un tempo, i nomi che designavano cariche e professioni riservate fino a poco prima agli uomini mantenevano la forma maschile, perché ritenuto più prestigioso e di valore. Ma la lingua esprime la realtà nella sua concretezza ed essenza e nei suoi cambiamenti. Ecco perché è decisamente meglio dire e scrivere rettrice: è mutata la sensibilità dei tempi e a nessuno fa strano (o, almeno, non troppo, che ne pensi?) che a capo di una università ci sia una donna.