Ricordando Eugenio Montale
Sesto figlio di Giuseppina Ricci e di Domenico Montale, commerciante titolare di una piccola ditta, nasceva il 12 ottobre 1896 Eugenio Montale.
Lo voglio ricordare con queste sue parole, tratte da Auto da fé, una raccolta del 1966 di oltre novanta suoi scritti in prosa apparsi originariamente in precedenza su giornali e riviste:
«Tutto fa pensare che l’uomo d’oggi sia più che mai un estraneo vivente tra estranei, e che l’apparente comunicazione della vita odierna – una comunicazione che non ha precedenti – avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.»
Parole che facevano il punto sulla situazione che stava attraversando la società in quegli anni, travolta dal consumismo e dall’alienazione dell’individuo, in cui tutto – arte, poesia, cultura, sentimenti, valori, ideali – si era trasformato riducendosi a merce e che, lette oggi, non possono non far riflettere.