Scrivere è una questione di visione
La scrittura – ogni volta che ci rifletto e ne parlo in un post sorrido, perché lo scrivere è un argomento talmente bello e profondo e vasto, non conosce confini e non si finisce mai di scoprirne lati nuovi, che mi è impossibile non farlo – è anche una questione di visione. Per quest’occasione, tralascio di introdurre il post con l’etimologia del termine visione (che pure sarebbe molto significativo approfondire, prima o poi ci ritornerò) e vado dritta al concetto: la visione nella scrittura, per come la interpreto io, è la capacità di percepire l’insieme del testo, considerato nei suoi vari piani, e di abbracciarlo tutto, in un unico movimento.
Scrivere, infatti, è un atto plastico, un procedere di modellamenti e definizioni delle frasi più precisi, un togliere per svelare, un aggiungere per arricchire, a partire da un progetto.
Durante gli anni dell’Università, acquistai presso il mercato di libri usati e d’antiquariato vicino alla stazione ferroviaria (l’installazione, un ampio tendone bianco basato su una pedana alta un venti o trenta centimetri, non era permanente, anche se in alcuni periodi rimaneva lì per diverse settimane) una grammatica degli anni Cinquanta. Insegnava il bello scrivere. Seppur retto dai canoni dell’epoca, quindi da uno stile concepito più come stilismo aulico e conforme ai modelli letterari che non conoscenza del proprio modo di scrivere, non era però privo di inviti all’espressione originale e il percorso che suggeriva per scrivere (come fare ricerca, trovare le idee, disporle…) era improntato a far emergere la visione personale rispetto alla questione o al tema che con il testo si andava a trattare.
Capire qual è la propria visione, cioè comprendere come si guarda a quel soggetto, quale prospettiva si assume in merito e qual è la migliore da incorporare come guida nel testo, aiuta a concepire e a portare avanti il progetto di scrittura nel suo complesso e nelle sue sfumature, scegliendo il taglio adatto da dare al proprio lavoro e i contenuti con cui comporlo.